Libero accesso al sapere

www.acmos.net L’accesso al sapere è libero. O almeno così dovrebbe essere.
Nel corso dell’ultimo mese, però, la Torino universitaria è stata stravolta da un’operazione di ordine pubblico, apice del problema piemontese riguardante il diritto allo studio: trenta copisterie sono state chiuse ad opera delle guardie urbane e messe sotto sequestro. Su pressione degli studenti, in particolare per il problema dei laureandi, le copisterie sono poi state riaperte ma con i macchinari per le fotocopie sequestrati.
Il problema ha riaperto una ferita che risale ormai a più di un anno fa con i tagli all’EDISU, l’Ente per il Diritto allo Studio Universitario piemontese, che hanno di fatto lasciato a bocca asciutta migliaia di studenti risultati idonei ma che non hanno ricevuto alcuna borsa di studio per mancanza di fondi. Quest’anno quegli studenti sono circa 8000.
Gli universitari hanno così deciso che fosse ora di trovare un dialogo sensato con le istituzioni per provare a far fronte all’emergenza e per costruire una strategia a lungo termine sulla questione dell’accesso al sapere e del diritto allo studio.
Nella mattinata di ieri si è così tenuta una conferenza stampa in Consiglio Regionale alla quale erano presenti tutte le parti di un auspicabile tavolo di lavoro sul tema: due rappresentanti del nascente movimento Libri, Fotocopie e Diritto allo studio, Thomas Gibellino e Viola Serraglio, il rappresentante degli studenti in Senato Accademico Nicola Malanga, la Consigliera regionale Eleonora Artesio ed il Consigliere Giampiero Leo. Sono inoltre intervenuti Gianna Pentenero, Davide Mattiello e Marco Grimaldi.
La questione focale si sviluppa su due piani: uno, l’immediato. Di fatto ci sono le copisterie sequestrate e gli studenti in sessione esami senza borse di studio e senza la possibilità di ottenere costosi manuali e libri di testo a prezzi calmierati grazie alle dispense fotocopiate. L’altro, a lungo termine: il problema dell’accesso al sapere. La questione del costo dei libri di testo porta in fatti con sé diversi temi. Gli studenti hanno iniziato con il proporne alcuni. Il mercato dietro alle logiche dei testi universitari è molto complesso: basti pensare al fatto che nel 2004 il Garante della privacy ha multato l’Università di Torino per aver fornito a insaputa degli studenti un elenco degli stessi ad una casa editrice perché potesse sapere il numero di copie dei testi d’esame da stampare di anno in anno. Come sottolinea Nicola Malanga, la questione riguarda, più in generale, il welfare studentesco. Il punto sembra essere che il federalismo in materia di borse di studio non funziona: Grimaldi sottolinea infatti che se fosse lo Stato ad occuparsi di assegnare le borse di studio, le Regioni e i Comuni potrebbero occuparsi soltanto del suddetto welfare, ovvero di calmierare i prezzi dei testi, di offrire servizi mensa, di creare posti letto in alloggi a prezzi agevolati o nulli, mentre invece non hanno nemmeno denaro a sufficienza per coprire il pagamento delle borse di studio agli idonei. Ma, di fatto, tutto ricade sugli Enti Locali, che hanno dei bilanci sempre più spaventosi.
La prospettiva auspicata è quindi quella di trovare una soluzione urgente –Davide Mattiello propone ad esempio di considerarla una materia urgente e per questo di poter trovare una via rapida per fornire un contributo agli studenti che oggi non possono permettersi l’acquisto dei manuali, e non solo per il futuro- ma anche quella di ridisegnare le politiche in materia di accesso alla cultura. La Consigliera Artesio ha proposto un Ordine del giorno per oggi alla seduta del Consiglio Regionale per proporre, come richiesto dagli studenti, la creazione di un tavolo di lavoro sul tema. Il primo intervento dovrebbe essere fornire il prima possibile un contributo in denaro alle biblioteche perché possano acquistare più copie (ad oggi sono soltanto tre, in media) dei testi d’esame utilizzati nell’anno corrente. Le possibilità, poi, sono varie: dalla smaterializzazione dei libri di testo proposta da Grimaldi, all’utilizzo dei fondi in avanzo dell’Università derivate dalle contribuzioni studentesche proposte dagli studenti stessi. La questione tocca anche temi legali: certo molte copisterie non fanno gli scontrini fiscali o fotocopiano più del famoso 15% nei termini della legge, ma il problema che viene denunciato è di più ampio respiro. Anche quando le copisterie effettuano le fotocopie in regola, ad esempio, molti professori giurano di non aver percepito la percentuale che dovrebbe spettare loro per il pagamento della SIAE, segno di un sistema malato che va ben oltre la singola attività commerciale.
Naturalmente sembra difficile trovare con urgenza misure adeguate alla situazione critica in cui ci si trova, ma a partire dall’incontro di ieri sembra perlomeno possibile un dialogo tra studenti ed istituzioni che ci auguriamo possa fruttare a lungo termine in materia di diritto allo studio, accesso al sapere e cultura.
Video Rating: / 5


Per una richiesta di supporto senza impegno contattaci con Whatsapp oppure compila e invia il modulo qui sotto
Richiesta di Supporto

Scrivi il tuo indirizzo email qui

Scrivi qui il tuo numero di cellulare per un contatto più celere (anche Whatsapp)

Scrivi qui il Corso di Laurea in cui ti stai laureando

Scrivi qui l'argomento esatto della tesi di laurea, della tesina o dell'elaborato che devi sviluppare

Seleziona qui i supporti didattici che ti interessano (tutti quelli che ti occorrono)

Scrivi qui il numero di pagine (anche orientativo) del lavoro

Scrivi qui la tempistica di consegna (anche orientativa) del lavoro

Dimensioni massime caricamento: 8.39MB.

Se vuoi inviarci un file (bozza di indice, lista bibliografica, elaborato da revisionare, appunti, etc.) caricalo qui. I formati consentiti sono pdf, ppt, word (doc, docx), rtf e txt

chevron_left
chevron_right