Regalo rene in cambio di lavoro. L’appello choc di un disoccupato di 60 anni in piazza Montecitorio

Un rene in cambio di un lavoro. E’ la proposta choc di Luigi, disoccupato di 60 anni che incontriamo in piazza di Montecitorio, munito di un provocatorio cartello nel quale afferma di essere disposto a regalare un proprio rene pur di avere in cambio un posto di lavoro per poter sopravvivere e provvedere alla propria famiglia.
Classe 1954, originario di Bari, ma residente a Roma da 15 anni, Luigi ci racconta di essere senza lavoro da due anni, dello sfratto in corso, degli sforzi fatti per trovare un’occupazione, ma soprattutto delle tante porte chiuse in faccia perché considerato ormai troppo in là con gli anni per essere assunto. Troppo grande per lavorare, ma allo stesso tempo troppo giovane per avere diritto alla pensione, si trova ora in un limbo. Un uomo onesto che, avendo lavorato per anni in una ditta che non si è mai presa la briga di versargli i contributi, non può nemmeno accedere all’indennità di disoccupazione. Un uomo che, in questi due anni, non si è comunque mai dato per vinto e che, grazie alla perseveranza, un paio di lavori era anche riuscito a trovarli. Peccato però che le cooperative per le quali ha lavorato non lo abbiano mai pagato.
Arriva quindi la decisione di scendere in piazza, da solo, per presentare uno spaccato dell’Italia in crisi e manifestare la sua difficoltà. Luigi ci parla dei tanti giorni passati davanti alla Camera dei deputati, nel tentativo (vano) di incontrare un rappresentante delle istituzioni, al quale chiedere un aiuto per sé e per la sua famiglia. Ci racconta anche dell’ilarità che, con il suo cartello, a volte suscita nei passanti e della tanta indifferenza. In tanti giorni neanche un tozzo di pane.
Luigi per anni ha lavorato come autotrasportatore e, pur di lavorare, sarebbe tranquillamente disposto a trasferirsi in altre città. “Io ho bisogno di lavorare, ma soprattutto voglio lavorare”, afferma, ammettendo di non capire come l’età anagrafica possa essere l’unico criterio di selezione per un posto di lavoro, perché il più delle volte a fare la differenza sono la voglia e l’impegno, che a lui sicuramente non mancano.
Una storia che ci fa capire come, dietro i numeri e le statistiche, si celino volti e storie come quella di Luigi che si trova nell’impossibilità di provvedere ai bisogni della sua famiglia. Padri e madri in difficoltà, abbandonati a se stessi, anche dalle istituzioni che, invece, dovrebbero tutelarli.
Se qualcuno avesse un impiego da offrire a Luigi può contattare la nostra redazione all’indirizzo info@oipamagazine.it, penseremo noi a mettervi in contatto con lui.


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